Perchè Chiedi alle Polveri

Dal 13 al 14  settembre si terrà il Primo Festival Internazionale di Poesia Civile e Contemporanea della città di Taranto, titolo della prima edizioni “Chiedi alle Polveri”.  
Ispirata al celebre capolavoro di John Fante, Chiedi alla polvere, l’’iniziativa che avrà come fulcro e base il quartiere Tamburi, rione a ridosso della grande industria,  si pone l’obiettivo di gettare le basi per una riqualificazione culturale attraverso un’opera corale. 
Nella storia di Fante, di Arturo Bandini, la polvere  è il simbolo di un’aspirazione al successo tale da far superare i sogni alla realtà, tale da portare all’infelicità; quella ricerca ossessa al conformarsi,  ai falsi miti di una società di solo profitto che ha oscurato l’importanza della vita.  
Quella “polvere”  fu per il quartiere Tamburi, per Taranto,  una manna dal cielo per la povertà dei mezzadri, pescatori, allevatori. 
A distanza di 50 anni, dalla convivenza con l’industria,  l’ omologazione culturale, economica e di sviluppo non rappresenta più l’ideale, l’ identità della comunità, non più emarginata negli spazi e nelle coscienze, portatrice di nuove realtà.
Così come  Arturo si guarda intorno  e vede in ogni angolo, in ogni situazione una possibile storia, un possibile capolavoro; e cerca con le parole di creare la sua storia, quella storia vera d’amore che lo porti fuori dall’essere considerato un disadattato.
Con lo stesso sguardo, con la stessa passione e aspirazione, a Taranto nasce la necessità   di rivalorizzare i capolavori sepolti o mai ascoltati della sua storia e de suo patrimonio.
Come Bandini,  il protagonista di Fante, cresce, si scontra con la vita, col passato, col futuro, e poi s’innamora, ci fa l’amore, soffre, si rialza  e migliora; qui trova l’ispirazione e diventa finalmente quello che era una grande romanziere.  
Così Taranto, il quartiere Tamburi ripartirà dalla parola scritta,  dalla poesia con l’obiettivo di attrarre l’animo resistente e propositivo  di chi la vive, la ama, la attraversa. 
Come? Attraverso la sottoscrizione del Manifesto di Appartenenza alla città di Taranto, un modo per recuperare e valorizzare le memorie, per dare voce alle persone e alle loro storie e conoscere la vera anima dei bellissimi luoghi che compongono questa città. 
Daremo vita a un Manifesto per lasciarlo in eredità alle generazioni future che porti con sé il rispetto delle libertà, dei valori della democrazia, dell’uguaglianza e dell’impegno umanitario , insieme al senso di protezione verso la propria comunità e l’ambiente in cui si vive. 
A partire dalla poesia civile,   nelle sue molteplici forme di denuncia,  si vuole ambire a creare un momento in cui  le fatiche, le speranza e il futuro siano un viaggio della parola  di una “congiura di poeti” per dirla con Terzani, “perché soltanto la poesia mi pareva potesse ridarci una spinta di speranza.”
Con la poesia, con la parola si vuole dare a Taranto , al quartiere, un respiro internazionale con la partecipazione di autori del calibro di Jack Hirschman, poeta americano del periodo della Beat Generation, conosciuto per la poesia scritta in occasione della caduta delle torri gemelle di New York (The Twin Towers Arcane) L’Arcano delle torri gemelle.
Chiederemo alle polveri, di raccontarci una o tante storie, i luoghi e le persone, i diritti, gli amori, l’umanità; di presentarci il presente e progettarci il futuro, con l’augurio che la poesia diventi azione.

 Da questo primo incubatore sociale tutte le azione successive dell’associazione si indirizzeranno, con il sostegno delle istituzioni e partner privati, alla realizzazione dell’incubatore di Innovazione Socio-Culturale e Tecnologica del quartiere.

ll progetto scritto e diretto da Tiziana Magrì, organizzato dall’Associazione Contaminazioni,  è stato selezionato ed approvato sul Fondo Speciale Cultura e Patrimonio Culturale – Assessorato Industria Turistica e Culturale Regione Puglia.